Musei dell’artigianato
Museo dell'ombrello
Gignese: Museo dell’ombrello
Il Museo dell’ombrello è situato a Gignese, a pochi minuti da Stresa e da Meina. In questo luogo unico al mondo è possibile immergersi nell’elegante e civettuolo mondo degli ombrelli. Ci racconta, inoltre, storie non sempre a lieto fine degli attori di questo mondo, gli ombrellai. Il gergo che li legava, il Tarùsc, permetteva loro, alla stregua di un primitivo esperanto, di comprendersi indipendentemente dalla nazionalità.


L’esposizione
Le vetrine situate al piano terra permettono di comprendere le trasformazioni stilistiche dell’ombrello dall’Ottocento ai giorni nostri.
Esse racchiudono circa centocinquanta pezzi accompagnati dai materiali di copertura e da impugnature di vario materiale. Al piano superiore sono invece riportati i “documenti storici”: figurini di moda, testimonianze dell’uso di questo elegante oggetto, storie e foto di ombrellai e attrezzi del mestiere.
Aperto da aprile a settembre


Santa Cristina - Borgomanero: Museo etnografico
Il museo delle attività contadine nasce a Santa Cristina nel 1992 e si ripropone di custodire e presentare numerosi oggetti raccolti da appassionati locali.
La collezione si articola in una galleria e cinque sale dove viene proposta la ricostruzione del tipico ambiente contadino. Nella cucina e nella camera da letto sono presenti oltre all’arredamento anche gli abiti tipici e le suppellettili.
Particolarmente suggestiva è la ricostruzione dell’aula scolastica. Si possono inoltre ammirare numerosi attrezzi da lavoro e fotografie d’epoca.
Attrezzi agricoli e antiche fotografie ricoprono le pareti che affiancano la scala.
Recentemente è stata aperta al pubblico anche la cantina. Qui si potrà ascoltare la descrizione delle fasi della vinificazione grazie all’ausilio di pannelli illustrativi e simpatiche guide che sono lì solo per passione ed amore per la loro zona.
Apertura: prima domenica del mese
Museo archeologico di Sesto Calende
Il museo di Sesto Calende è una tappa obbligatoria per chi vuole conoscere l’antica civiltà celtica di Golasecca. Ospita una delle raccolte più complete di questa popolazione che dall’età del ferro si insediò al confine della Lombardia orientale.
Il patrimonio archeologico di Golasecca riemerge dalle necropoli che ci permettono di conoscere non solo la ritualità funeraria, ma anche le forme artistiche e gli oggetti che facevano parte della vita quotidiana.
Oltre all’abbondante vasellame in ceramica, le raccolte comprendono una varietà di manufatti sorprendente tra cui ornamenti in metallo, ma anche in corallo, ambra e altri materiali pregiati.



Punto scenografico del museo e straordinario esempio di sepoltura di alto rango è offerto dalla tomba del Tripode (fine VI a.C.) che raccoglieva le ceneri di una donna e un ricco corredo composto da diversi ornamenti.
Sicuramente un reperto molto importante della collezione è il collo del bicchiere che porta due iscrizioni, testimonianze rare di un alfabeto italico derivante da quello etrusco e definito “alfabeto di Lugano”.
La collezione di Sesto è completata da altri pezzi archeologici che, nella loro totalità constano di circa 800 reperti, testimonianti l’antichità del luogo dal terzo millennio a.C. fino al Medioevo.
Dopo la visita al museo si può fare una piacevole passeggiata lungo il fiume Ticino, una bellissima oasi verde protetta.

Museo del Rubinetto di San Maurizio d'Opaglio
Il Museo ha lo scopo non solo di illustrare la storia di San Maurizio d’Opaglio e del distretto industriale del rubinetto, ma soprattutto di esporre le numerose tematiche relative alla potabilizzazione dell’acqua e l’uso delle risorse idriche con cui la tecnologia del rubinetto si è dovuta e si deve confrontare.
Il Museo intende ripercorrere la storia sociale dell’acqua e delle innovazioni che hanno permesso di dominarla, trasformando la cura del corpo da pratica d’elite a fenomeno di massa, determinando il sorgere del distretto industriale del rubinetto e del valvolame nel Cusio.
Ricostruire la storia dell’industria della rubinetteria e del valvolame nel novarese significa ripercorrere la storia industriale e sociale dell’Italia post unitaria.
Museo degli alberghieri di Armeno
Il Museo degli Alberghieri di Armeno è una raccolta unica al mondo in cui alberghieri, semplici cuochi, grandi chef e sconosciuti camerieri hanno portato ricordi e spezzoni di vita raccolti nel loro girovagare per il mondo.
Armeno è famosa in tutti i continenti per essere la patria degli alberghieri. Da almeno quattro secoli da terra sono partiti per le cucine, gli alberghi ed i ristoranti di tutto il mondo migliaia di persone.

Una leggenda curiosa vuole che gli armeniesi abbiano scoperto la professione alberghiera andando a servizio presso i nobili milanesi all’epoca in cui questi, per sfuggire alla peste, vennero ad abitare tra il lago Maggiore e quello d’Orta.
Nel piccolo museo si trovano oggetti di lavoro, otografie, testimonianze scritte quali i menù di celebri incontri, libri rari di cucine e tante foto e raccolte di giornali d’epoca.
Tutti questi oggetti sono una ricca testimonianza di vita vissuta tra i potenti della Terra, da un secolo e mezzo a questa parte, e tra la gente semplice protagonista della vita di tutti i giorni.
Apertura: luglio – agosto